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COMUNE DI COMUNANZA (AP)

Museo Arte Sacra e Biblioteca Civica "Pietro Spinucci"

Museum of Sacred Arts and “Pietro Spinucci” Public Library

Chiesa S. Caterina d'Alessandria d'Egitto e Organo Munumentale Barocco

Church of St. Catherine of Alexandria and Monumental Baroque Organ

La Dinastia Ghezzi

The Ghezzi Family

Chiesa S. Francesco

Church of St. Francis

Ex Mulino e Centralina Idroelettrica

Former Watermill and Hydro-power plant

IL MULINO IDRAULICO

Former Watermill

Il mulino è di antica costruzione e se ne può datare la costruzione in epoca medievale.
All’epoca oltre il mulino doveva esservi anche una gualchiera di cui oggi non si hanno più tracce. La struttura era posta subito a ridosso delle mura castellane sul lato nord del borgo lungo la sponda destra del fiume Aso.

Da vari documenti di epoche successive si può affermare con certezza che si trattasse di un mulino a due palmenti o a due macine (descrizione della Terra di Comunanza del Colucci in Antichità Picene, 1794, e brogliaccio del censimento per il catasto Gregoriano del 1818).

In un disegno del 1672 (Arch. Piccioni) relativo al progetto della briglia per la presa d’acqua a monte del mulino, lo stesso viene raffigurato come edificio ad un piano con tetto a padiglione e un annesso sul lato est. Probabilmente il piano superiore ad oggi presente seppur parzialmente crollato venne edificato successivamente al ‘700 quale abitazione del mugnaio.
Nel 1863 in occasione del censimento post unitario degli opifici lungo i corsi d’acqua di tutta Italia, il mulino di Comunanza viene riportato nel volume Carta idrografica d’Italia sezione Umbria e Marche con l’impianto n. 72.
Nel 1963 con D.P.R. n. 348 del 29 marzo 1963, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 88 dell’aprile 1963, tutte le imprese esercenti le industri elettriche furono trasferite all’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL), compreso l’impianto di Comunanza comprendente anche il Mulino e la centralina.

Nel 2021 il complesso compresa la centralina adiacente e gli spazi annessi, viene finalmente riacquistato dal Comune di Comunanza che ne dichiara la pubblica utilità.
Il fabbricato è costituito dai vani ritrecine al piano interrato (sede delle pale idrauliche anticamente azionate dall’acqua che vi confluiva tramite dei canali in legno), dal piano terra sede anticamente degli apparati molitori e dal primo piano destinato nel passato all’abitazione del mugnaio. Nei vani ritrecine sono ancora visibili i fori nel solaio tra piano interrato e terra per l’alloggiamento dell’albero che collegando le pale alle macine superiori metteva in azione il mulino.

Data la sua valenza storica ed artistica oltre quale testimonianza dell’architettura della scienza e della tecnologia, il mulino viene sottoposto a tutela della Soprintendenza dei beni architettonici e del paesaggio delle Marche ai sensi del D.Lgs. 42/2004 nell’anno 2015.

The Watermill is of ancient origin, and its construction can be dated back to the medieval period. At that time, in addition to the mill, there was also a fulling mill of which there are no longer any traces. The structure was located immediately adjacent to the castle walls on the north side of the village along the right bank of the Aso River.

From various documents from more recent times, it can be affirmed with certainty that it was a watermill with two millstones or two grinding machines (description of the Terra di Comunanza by Colucci in Antiquity of Picene, 1794, and notes of the census for the Gregorian cadastre of 1818).

In a drawing from 1672 (Arch. Piccioni) concerning the project of the water intake weir upstream of the mill, it is depicted as a single-story building with a gabled roof and an annex on the east side. Probably, the upper floor, although partially collapsed today, was built later than the 18th century as the miller’s residence.

In 1863, during the post-unitary census of factories along watercourses throughout Italy, the Watermill of Comunanza was reported in the volume Hydrographic Map of Italy, Umbria and Marche section, with the plant number 72.

In 1963, with Presidential Decree No. 348 of March 29, 1963, published in the Official Gazette No. 88 of April 1963, all companies operating in the electrical industry were transferred to the National Electricity Board (ENEL), including the plant in Comunanza, which also included the mill and the power station.

In 2021, the complex, including the adjacent power station and annexed spaces, was finally repurchased by the Municipality of Comunanza, declaring it of public utility.

The building consists of rooms on the basement floor (where the hydraulic blades were formerly operated by the water flowing through wooden channels), the ground floor formerly housing the milling machinery, and the first floor historically used as the miller’s residence. In the basement rooms, holes are still visible in the floor between the basement and ground floor to accommodate the shaft that connected the blades to the upper millstones, powering the mill.

Given its historical and artistic significance, as well as its testimony to the architecture of science and technology, the mill was placed under the protection of the Superintendence for Architectural and Landscape Heritage of the Marche Region under Legislative Decree 42/2004 in the year 2015.

CENTRALINA IDROELETTRICA

Hydro-power Plant

La centralina idroelettrica è stata costruita nei primi anni del ’900 vicino all’antico mulino.

Da una delibera consigliare del Comune di Comunanza datata 1921 risulta che dovesse subire lavori per consentire la distribuzione dell’energia nelle “ville” prevedendo la trasformazione della corrente continua in corrente alternata attraverso l’installazione di un alternatore a basso potenziale anziché una dinamo (il progetto era oneroso pertanto si autorizzò solo l’acquisto dell’alternatore affinché si potesse in seguito distribuire l’energia su tutto il territorio).

Il periodo temporale tra il 1944 e il 1950 l’edificio fu interessato dai lavori di ricostruzione post bellica. Infatti, da alcune fonti depositate presso l’Archivio storico del Comune, risulta che subì danni vandalici da parte delle truppe tedesche durante la ritirata nel giugno 1944.
I fondi statali tardarono ad arrivare, le spese di riparazione furono superiori a quelle periziate dall’allora Genio civile che si occupava della riparazione, ed il Comune stesso, dato il perdurare del ritardo nella concessione dei fondi, per far fronte alle spese che stava sostenendo, nel 1946 contrasse un mutuo provvisorio con la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno di 850.000 lire.

In tutto il periodo la centralina rimase comunque in funzione fornendo forza motrice per le imprese locali, energia elettrica per l’illuminazione privata e riscaldamento oltre che l’illuminazione pubblica del capoluogo.

Nel 1951 il Comune, probabilmente a causa delle spese ed eventi degli anni precedenti, fu costretto ad aumentare le tariffe dell’energia elettrica per forza motrice, per riscaldamento e per illuminazione privata quasi il doppio, ai fini del pareggio del bilancio comunale della centralina e per pagare nuove spese dovute al prolungamento della linea e alle modifiche degli impianti luce oltre a riparazioni dei macchinari operate a cura della ditta SIME di Ascoli Piceno.

Nel 1955 la centralina, unitamente a tutti i macchinari e alle opere di presa, fu venduta dal Comune di Comunanza alla ditta UNES spa (Unione servizi elettrici) con contratto di fronte all’allora segretario comunale Menozzi Werther e con l’allora sindaco Gionni Angelo fu Vincenzo (nell’atto di vendita era compreso l’impianto costituito da una traversa in muratura e legname nel fiume, una presa di sponda destra, un canale deviatore di circa 60 m, un fabbricato ad uso centrale costituito da due vani sovrapposti con 2 gruppi generatori costituiti da turbina Francis accoppiata mediante cinghia ad alternatore trifase. Il primo gruppo di alternatore da KW 35 era funzionante, l’altro fuori servizio: l’impianto idroelettrico produceva allora HP idraulici nominali 42,43. La ditta Unes si obbligava a completare o realizzare ex novo alcuni punti di elettrificazione pubblica di alcune frazioni).

Nel 1963 con D.P.R. n. 348 del 29 marzo 1963, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 88 dell’aprile 1963, tutte le imprese esercenti le industri elettriche furono trasferite all’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL), compreso l’impianto di Comunanza (che comprendeva sia la centralina che il Mulino).

Nel 2021 la centralina (oltre il Mulino con sovrastante abitazione e spazi pertinenziali) viene finalmente riacquistata dal Comune di Comunanza che ne dichiara la pubblica utilità.

Il fabbricato è un piccolo edificio a due piani ove ancora sono ravvisabili gli elementi tipologici delle centraline dell’epoca (vasca di carico, resti di pale e macchinari in disuso).

Anche la centralina per la sua importanza storica ed artistica è stata vincolata ai sensi del D.Lgs. 42/2004 insieme al Mulino da parte della Soprintendenza dei beni architettonici e del paesaggio nell’anno 2015.

Nel 2023 l’Amministrazione Comunale ha ottenuto un finanziamento PNRR gestito dall’ufficio Sisma 2016 per il recupero e la messa in sicurezza dell’intero complesso costituito dai due fabbricati e dagli annessi spazi pertinenziali.

The hydro-power plant was built in the early 1900s near the ancient mill.

According to a council resolution of the Municipality of Comunanza dated 1921, it was determined that the power plant needed to undergo works to enable the distribution of energy to the “villas,” envisioning the conversion of direct current into alternating current through the installation of a low-power alternator instead of a dynamo (the project was costly, so only the purchase of the alternator was authorized initially, with the intention of later distributing the energy throughout the territory).

During the period between 1944 and 1950, the building was affected by post-war reconstruction works. Indeed, according to some sources deposited at the Municipal Historical Archive, it suffered vandalism by German troops during their retreat in June 1944.

State funds were delayed, and the repair expenses exceeded those estimated by the former Civil Engineering Department responsible for the repairs. Consequently, in 1946, the Municipality itself took out a temporary loan with the Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno for 850,000 lire to cover the expenses it was incurring.

Throughout this period, the power plant remained in operation, providing motive power for local businesses, electricity for private lighting and heating, as well as public lighting for the capital.

In 1951, probably due to the expenses and events of the preceding years, the Municipality was forced to almost double the electricity tariffs for motive power, heating, and private lighting, in order to balance the municipal budget of the power plant and to cover new expenses due to the extension of the line and modifications to the lighting systems, as well as repairs to the machinery carried out by the SIME company from Ascoli Piceno.

In 1955, the power plant, along with all the machinery and intake structures, was sold by the Municipality of Comunanza to the company UNES spa (Union of Electric Services) under a contract witnessed by the then municipal secretary, Menozzi Werther, and the then mayor, Gionni Angelo son of Vincenzo. The sale included the plant consisting of a masonry and wooden crossbeam in the river, a right bank intake, a 60-meter diversion canal, and a central building with two superimposed rooms housing 2 generator groups consisting of a Francis turbine coupled to a three-phase alternator via a belt. The first alternator group with a capacity of 35 kW was operational, while the other was out of service. At that time, the hydroelectric plant had a nominal hydraulic power of 42.43 HP. UNES committed to completing or creating new public electrification points in some hamlets.

In 1963, with Decree Law No. 348 of March 29, 1963, published in Official Gazette No. 88 of April 1963, all companies operating in the electrical industry were transferred to the National Electricity Board (ENEL), including the Comunanza plant (which included both the power plant and the mill).

In 2021, the power plant (along with the mill and the adjacent residential building and spaces) was finally repurchased by the Municipality of Comunanza, which declared it for public use.

The building is a small two-story structure where the typological elements of the power plants of that era are still visible, such as the loading tank and remnants of disused blades and machinery.

Also, the power plant, due to its historical and artistic importance, was protected under Legislative Decree No. 42/2004, along with the mill, by the Superintendence of Architectural and Landscape Heritage in 2015.

In 2023, the Municipal Administration obtained funding from the Recovery Plan managed by the “Sisma 2016 department” for the recovery and safety measures of the entire complex consisting of the two buildings and the related ancillary spaces.

ALCUNE IMMAGINI

I PUNTI DI INTERESSE

Museo Arte Sacra e Biblioteca Civica

Museo Arte Sacra e Biblioteca Civica "Pietro Spinucci"

Chiesa S. Caterina e Organo Barocco

La Dinastia Ghezzi

Chiesa S. Francesco

Ex Mulino a Acqua

VIDEO TOUR DI COMUNANZA